In mancanza di fondi il Copit, consorzio dei trasporti pubblici, taglia drasticamente i servizi. I cittadini si lamentano, ma non è il primo caso; ieri la Porrettana, oggi il Copit, domani qualche altro servizio e così avanti fino a che non resterà nulla dello stato sociale creato nel secondo decennio del secolo scorso e di cui abbiamo ricevuto i benefici fino all'arrivo della Democrazia Cristiana.
A riguardo pubblichiamo la posizione di Forza Nuova Pistoia sulla vicenda della Porrettana.
In 150 anni dalla sua ultimazione, la Ferrovia Porrettana è passata dai lustri dell'unica strada ferrata transappenninica ad un “ramo secco” per le Ferrovie dello Stato, ed infine nel capitolo dei costi sociali non sostenibili per la Regione Toscana, che, evidentemente, preferisce destinare le tasse versate dai cittadini toscani in altro modo piuttosto che mantenere un servizio che un territorio reclama come necessario.
Lasciata al suo destino per decenni, senza che alcuna Amministrazione Pubblica territorialmente competente si accorgesse della sua presenza se non che al momento dei bilanci, oggi, di fronte al rischio della sua chiusura sorgono le più demagogiche proposte per scongiurare un esito irreversibile di cui in futuro certamente ci pentiremmo per non aver capito in tempo l'importanza di un collegamento alla portata di tutti, capillare e nel contempo diretto tra centri abitati più o meno grandi.
Riconoscendo alla Porrettana tutto il valore storico che essa merita, non ci sembra che sia ancora arrivato il momento di trasformarla in un reperto da museo, come qualcuno vorrebbe, con il rischio di prolungarne solo l'agonia in vista dei, purtroppo necessari, tagli di spesa generali che il nostro Paese dovrà sopportare.
Quando per attraversare l'Appennino occorrevano giorni interi, il lungimirante Granduca di Toscana, ingiustamente deriso da Benigni al Festival di Sanremo appena concluso, volle quelle alte opere di ingegneria che ancor'oggi collegano la nostra regione al Nord Italia e che costituiscono una valida alternativa a percorsi più moderni ma talvolta più scomodi: la ferrovia Pistoia-Bologna e la Strada Statale dell'Abetone e del Brennero. Per realizzarle furono impiegate intelligenze e risorse, economiche ed umane, di notevole livello tenuto conto dei limiti tecnici dell'epoca e della scarsità di informazioni sull'erto versante toscano dell'Appennino di cui disponevano i progettisti. Tant'è che la prima galleria elicoidale della storia delle ferrovie fu realizzata proprio sulla Porrettana, poco sopra Piteccio, per una geniale intuizione dell'ingegnere francese Jean Louis Protche al quale è dedicata la Piazza della Stazione di Porretta, ma completamente dimenticato, o peggio, ignorato, a Pistoia.
Come vediamo, gli estremi per farne un monumento ci sono tutti, ma per garantire un futuro alla ferrovia Pistoia-Bologna dobbiamo attribuirle un ruolo nel presente, ovvero restituirle la funzione di servizio pubblico che le compete, ecologico ed autonomo su sede propria, in un contesto in cui il traffico su gomma diventa sempre più pesante e costoso e produce le conseguenze sull'ambiente e sugli uomini che tutti conosciamo.
Per questo è necessario mettere in condizione i cittadini di utilizzare il treno in luogo dell'automobile o dell'autobus, favorendone l'uso (e sfavorendo quello della Copit che qualcuno ha interesse a difendere) mediante un piano di interventi di riorganizzazione del servizio e delle infrastrutture che porti:
- alla realizzazione di parcheggi pubblici in prossimità di ogni stazione,
- al ripristino delle fermate in ciascuna di esse,
- alla estensione delle corse fino alla zona di Sant'Agostino, dove realizzare due fermate distribuite nella zona industriale.
In quest'ottica assume ragion d'essere il collegamento della Porrettana con il più popolato ramo occidentale della Provincia, mediante un percorso ferroviario leggero che colleghi tra loro i capoluoghi di comune e le frazioni, in modo da realizzare una comoda e sicura alternativa alla Statale n.66 fino a San Marcello ed in seguito fino a Cutigliano e l'Abetone, possibilmente sfruttando i finanziamenti della Comunità Europea che solitamente siamo tanto bravi a lasciarci sfuggire.
A fianco dell'uso quotidiano di chi si reca in pianura per lavoro o per studio, la ferrovia costituirebbe il mezzo di trasporto ideale per il turismo invernale ed estivo, facilitando le comunicazioni spesso rese difficili dalla neve e dalle frane, eliminando i problemi di parcheggio e determinando di fatto l'allargamento del comprensorio turistico per effetto di una maggiore e diversificata offerta, ed una conseguente ripartizione sul territorio delle risorse economiche provenienti dal settore.
In entrambi i casi citati vi sono validi esempi. In ambito turistico sono molte le località montane che sono con successo servite da linee ferroviarie, da Zermatt a Jungfrau, in Svizzera, od il treno che collega Merano a Malles, in Italia. La stessa Porrettana sul versante Emiliano è l'esempio di un valido collegamento ferroviario della montagna alla città, utilizzata a pieno regime dagli abitanti della valle del Reno per le necessità quotidiane.
La Montagna Pistoiese riunisce entrambe le realtà: questo antico e nel contempo moderno mezzo di trasporto potrebbe costituire il salto di qualità necessario a rendere i paesi della montagna ed i loro territori, mete affrancate dalla convulsa vita cittadina, comodamente raggiungibili in ogni periodo dell'anno.
Forza Nuova Pistoia
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