Dopo i deludenti risultati nella classifica della qualità della vita tra le città capoluogo di provincia, 52^ posizione su 107, in Toscana dopo Arezzo, Firenze (sic!), Siena, Livorno, Pisa, Lucca e Prato, finalmente Pistoia (ex equo con Firenze) si trova in testa ad una classifica nazionale.
Grazie a Publiacqua e soprattutto ai Comuni che hanno
abbandonato la gestione delle risorse idriche a favore di una Holding
appositamente creata per collocarvi – nei vari posti comodi che compongono il
consiglio di amministrazione – i politici di sinistra che non trovano più una
sistemazione diversa da un normalissimo lavoro.
Peccato che la classifica in questione sia quella del maggior costo dell’acqua
potabile, bene cosiddetto "di prima necessità".
Da noi l’acqua contribuisce alla spesa annuale di una
famiglia media per 509 euro l’anno contro 123 euro l’anno per una famiglia
analoga che risiede a Milano, oppure 100 euro l’anno per una famiglia
d’Isernia.
Acqua come benzina in una città ai piedi dell'Appennino dove è naturalmente abbondante.
Acqua come benzina in una città ai piedi dell'Appennino dove è naturalmente abbondante.
Poi ci prendono per i fondelli con le fontanelle pubbliche
dove viene somministrata gratuitamente anche l’acqua con le bollicine. Meno
male.
Consoliamoci, perchè nel costo generale del prezioso liquido
è compresa anche la fornitura gratuita ai campi nomadi, i quali in cambio ci
inquinano i pozzi dell’ex campo di volo.
Presto i pistoiesi saranno al primo posto nella classifica di coloro che PORTANO PAZIENZA.

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