Oggi si è spento all'età di cento anni il Capitano Erich Priebke, l'ultimo prigioniero di guerra.
Ha sopportato la persecuzione di cui è stato vittima per decenni con la dignità di un guerriero di altri tempi, tanto che a rivederlo nelle aule dei tribunali sembrava Gulliver tra i lillipuziani.
I lillipuziani sono coloro che l'hanno condannato (dopo averlo assolto per lo stesso reato qualche decina di anni prima) con una sentenza scritta da altri, vigliacchi e miserabili che il mondo dimenticherà in fretta, appena spentosi il fetore del loro cadavere.
Salutiamo in silenzio Il Capitano perchè non siamo in grado di avvicinarsi alla grandezza umana che ha dimostrato con la sua coerenza fino in fondo, senza scendere a facili pentimenti che gli avrebbero consentito una vita più umana e la partecipazione a qualche talk-show.
Parlare di coerenza e di coraggio delle proprie scelte è del tutto inutile di fronte ad una società dissoluta ed evanescente, ma lo facciamo lo stesso perchè crediamo nell'Uomo ed apparteniamo ai pochi sopravvissuti che hanno un mandato da compiere.
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