Spesso osserviamo, non solo noi, che l'Italia non gode del rispetto internazionale che ci aspetteremmo.
L'India ci sequestra due nostri soldati nell'esercizio del loro dovere in acque internazionali e noi facciamo finta di niente.
Il Brasile non ci consegna un delinquente pluriassassino come Battisti e noi facciamo finta che vada tutto bene.
La Tunisia sequestra un peschereccio al mese da almeno vent'anni e noi sopportiamo i fatti ed anche gli immigrati, molto spesso spacciatori, che vengono da quel paese.
La verità è che la credibilità internazionale dell'Italia è macchiata dall'abitudine di dimostrarci inaffidabili, come abbiamo fatto l'8 settembre 1943, e barbari voltafaccia, violenti che cavalcano le opportunità, com'è successo a Piazzale Loreto.
Questo popolo indegno di definirsi tale, che, per inciso, rimase ferito per la brutalità dell'esecuzione di Saddam Hussein, si è ripetuto ieri di fronte al feretro del Capitano Erich Priebke, con un comportamento degno delle tribù del centro america che, quattrocento anni fa praticavano i sacrifici umani.
Nella comunità internazionale non c'è ne credibilità ne posto per questa Italia delle chiacchiere, anche se, a sua parziale giustificazione, c'è da dire che è stupida vittima delle manovre dei soliti noti che il genocidio lo perpetrano da sessant'anni, nel silenzio e con la complicità del mondo occidentale.
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