lunedì 2 giugno 2014

A testa alta?


E' appena terminata la fiction su RAI1 che commemora, a distanza di settant'anni il sacrificio di tre carabinieri in servizio a Firenze, fucilati dalla Wehrmacht per collaborazionismo con i partigiani. E' ovvio che nelle intenzioni, si vorrebbe dimostrare l'esistenza di un altro caso che aiuti i giovani "a non dimenticare".
Sul fatto, così come raccontato dal regista, viene in mente quanto contino i punti di vista che, per ora, ci risulta che non siano perseguiti per legge.
Guardando questa storia da un'altra prospettiva, dimostra una serie di cose: l'idiosincrasia degli italiani per le regole,  la simpatia per la fuga dalle responsabilità (sembra il contario? falso, passare con i partigiani significò proprio questo: lasciare il "cerino in mano a qualcun'altro"), la propensione all'omertà ed alla reticenza, caratteristiche che attribuiamo con troppa superficialità alla società mafiosa, ed infine una grande inaffidabilità.
Tutto ciò spiega la grottesca situazione in cui si trova l'Italia attualmente, per aver accettato le false libertà che ci prometteva il dopoguerra e lasciato che queste nostre caratteristiche levantine prendessero il sopravvento sui doveri e la difesa dei nostri interessi e della nostra civiltà.
Abbiamo due nostri soldati sequestrati in India senza che lo Stato, al quale i Carabinieri si dichiarano "nei secoli fedeli", muova un dito, (forse se Laura Pausini va a cantare in quel Paese, può ottenere qualcosa in più della nostra ministerina degli esteri), il Brasile si fa beffe di noi ed il turista Battisti fa vita da nababbo in barba ai morti ammazzati che ha lasciato, insieme alla coscienza ammesso che ne avesse una, in Italia, l'Europa ci commissaria ad ogni piè sospinto, dall'Africa, Albania, Romania arrivano clandestini come fossero turisti, qualcuno depreda e se ne va, altri si piazzano nelle nostre case popolari e vivono di sussidi ricavati dalle nostre tasse.
E gli italiani sono sempre più poveri, di soldi, di libertà e di dignità. Stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato settant'anni fa, quando dimostrammo al mondo intero che, senza un condottiero a capo, valiamo proprio poco e siamo quei topi che seguono da decenni il pifferaio di turno. Ora tocca Renzi.

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