L'ultimo prigioniero di guerra
Cent'anni vissuti all'insegna di una dignità sconosciuta ai suoi detrattori che, anche nel giorno del suo secolare compleanno, hanno messo in mostra la loro di barbara indole giustificata da una causa che si rifiutano di consegnare all'oblio solo per mera convenienza vittimistica.
Le immagini diffuse dai telegiornali si commentano da sole. Un nipote che si reca a festeggiare i 100 anni del proprio antenato ci sembra un sacrosanto diritto. Ma i violenti sono sempre gli altri.
La colpa del Capitano Priebke è quella di aver vissuto così tanto da rimanere l'ultimo prigioniero di una guerra che il tempo ha già condannato ad essere solo storia.
Egli rappresenta l'ultimo bersaglio disponibile per una comunità, quella ebraica, che non perde occasione per raccontare al mondo intero di aver subito una persecuzione, così da essere legittimata a compierne ogni giorno, anche facendosi forte con un vecchio di cent'anni solo per sentimento di vendetta e dimenticando, se mai l'ha conosciuta, la giustizia.
Ma è l'orrido giuridico di cui è vittima il Capitano Priebke che ci impone di rispettarlo e di augurargli un sereno compleanno.
Le fandonie raccontate con tanta verosimiglianza dai giornalisti di regime offendono l'intelligenza di chi ci crede e sollevano l'indignazione di chi, come noi, conosce la verità e non un'altra verità che, con tanta prosopopea ed apparente autorevolezza, personaggi come Gad Lerner (v. i suoi commenti) riescono a propinare per autentica.
Il Capitano Priebke fu giudicato in Italia nel 1948 per la strage delle Fosse Ardeatine ed in quel processo fu assolto per aver eseguito un ordine superiore (ricordiamo che a quel tempo, un soldato che non eseguiva un ordine veniva passato per le armi senza processo....), mentre il Comandante Kappler fu condannato per aver fatto fucilare 5 persone in più, erroneamente consegnate dalle autorità italiane.
Con la naturale carenza di gerarchi nazisti che stava, ed ora a maggior ragione, sta rendendo superflua la fondazione Wiesental, nel 1996 fu nuovamente processato per lo stesso reato e stavolta condannato all'ergastolo, una pena superiore a quella inflitta nell'immediato dopoguerra al suo comandante.
Oltre a questo, quanti abusi giuridici ha subito il Capitano Priebke? Almeno quattro.
1. Secondo la nostra legge, una persona non può essere giudicata due volte per lo stesso reato per il quale è stato definitivamente assolto.
2. Nel 1996 il reato di omicidio era prescritto.
3. Per questo fu processato per strage, reato che non si prescrive. Sennonchè c'è un particolare non trascurabile: la legge che ha reso imprescrittibile il reato di strage fu emanata nel 1967 e quindi non vigente al momento del compimento del fatto.
4. Il reato, qualunque esso sia, non esiste, trattandosi, quella attuata dal Governo Tedesco in Italia (perchè in quel momento di governo si trattava) di RAPPRESAGLIA di fronte ad un atto di terrorismo, legittimamente riconosciuta dalle convenzioni internazionali. Infatti è falsa l'affermazione che furono fucilate 5 persone in più, 335 invece di 330, perchè i morti di via Rasella non furono 33, ma si aggiunsero ad essi altre 13 vittime dopo giorni di agonia.
E' vero che la storia la fanno i vincitori, ma quella scritta da 70 anni da questi personaggi con tanta sete di vendetta, non potrà condurre alla pace.

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